Chi ha piantato il seme di SeedScience?

Chi ha piantato il seme di SeedScience?

Metodi e materiali per esperimenti semplici ed efficaci, di quelli che fanno innamorare chiunque delle materie scientifiche, anche se apparentemente “ostiche”. Questo è ciò che SeedScience offre agli insegnanti di scienze nei Paesi meno avvantaggiati. Lavorano in scuole locali dove spesso non c’è elettricità, in assenza di una rete Internet e con materiali e quotidianità molto diversi da quelli a cui siamo abituati ogni giorno. Sarebbe utopico chiedere loro di realizzare lì esperimenti di laboratorio “professionali”! Fortunatamente le leggi della fisica, della matematica, della chimica e della biologia non fanno favoritismi. È infatti sufficiente utilizzare materiali riciclati o facilmente reperibili per mostrare alle nuove generazioni esperimenti scientifici divertenti e istruttivi, senza dover investire troppe risorse ma suscitando molto entusiasmo.

Cosa sono i “seed” di SeedScience

Questa idea non poteva che venire da una persona che sa cosa significa divulgazione scientifica. Michele Raggio, colui che ha avuto l’idea iniziale di SeedScience, ha una grande esperienza in questo campo. Non appena ha visto la situazione dei villaggi del Ghana durante un periodo di volontariato con Patriots Ghana, ha capito che era necessario agire.

Michele durante la sua prima visita in Ghana in una lezione co-condotta con Sir Emmanuel, l’insegnante di scienze.

Ha iniziato ad aiutare gli insegnanti a “tradurre” gli esperimenti, utilizzando materiali semplici e di facile reperibilità. Poi ha pensato di rendere questa esperienza un progetto più organizzato, replicabile e modulare. Assieme ad altre persone che condividevano il suo intento, ha dato vita a SeedScience, accettando una sfida ambiziosa: coinvolgere gli studenti dai 10 ai 18 anni attraverso esperimenti scientifici pratici, aiutando i loro insegnanti a renderli efficaci e divertenti.

La filosofia alla base di questa mission è che, fornendo un’istruzione di alta qualità, la prossima generazione sarà in grado di aiutare più efficacemente le proprie comunità. Importante è anche la trasmissione del pensiero critico e del metodo scientifico. Sarebbero la necessaria base di quel approccio pratico e costruttivo di cui questi Paesi hanno bisogno per crescere.

Le prime fasi del progetto SeedScience

Nei suoi primi 15 mesi di vita, grazie a circa 50.000 euro raccolti da finanziatori privati (dalla National Geographic Society, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Università di Roma Tor Vergata) SeedScience ha iniziato a operare in quattro Paesi: Ghana, Kenya, Uganda e Tanzania. Sono stati scelti quelli di lingua inglese, con situazioni socio-politiche stabili e con partner adatti al progetto come le organizzazioni non profit locali già attive nel campo dell’educazione.

La prima fase di formazione è durata 2-3 mesi ed è stata seguita da altre di durata analoga. Finora sono stati raggiunti più di 120 insegnanti, sia di persona che online. Se i fondi e la logistica lo permettono, la formazione di persona si svolge ogni anno e coinvolge ogni volta tra i 10 e i 15 maestri di 8-12 scuole primarie e secondarie. Al termine di questo periodo, tutti acquisiscono una prospettiva diversa sull’insegnamento delle scienze e imparano molti trucchi per eseguire esperimenti nelle loro scuole, grazie anche ai materiali low cost o gratuitamente forniti da SeedScience.

Formazione dopo formazione, si sta creando una vera e propria rete di educatori locali selezionati che, a loro volta, possono istruire altri colleghi, direttamente sul posto, e scambiarsi poi consigli e informazioni.

Incontro di formazione in Tanzania, 2019. Foto di Benedetta Di Ruggiero.

Perché SeedScience semina STEM

Ci si può chiedere perché concentrarsi sull’insegnamento delle scienze in Paesi che spesso mostrano bisogni più urgenti.

È un modo per guardare al loro futuro e investire nei tanti giovani che sono nati e stanno crescendo in questi contesti complessi. Coltivare il loro interesse e la loro curiosità significa aprire le porte di un mondo che può renderli futuri protagonisti di una svolta per il loro Paese. Significa indicare la strada per diventare dei professionisti in grado di cambiare le cose. Costruire infrastrutture e ponti, coltivare la terra in modo più efficiente, preservare l’ambiente, prevenire e curare le malattie. Tutto inizia nelle scuole elementari locali, tutto dipende da ciò che si può fare in classe per non spegnere la vivace luce curiosa negli occhi di quei bambini desiderosi di imparare.

Articolo a cura di Marta Abbà.

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