Il mondo è intriso di scienza, basta davvero poco per toccarne con mano “le magie”. È il miglior laboratorio che esista per mostrare le meraviglie della fisica, della chimica, della biologia. Servono però inventiva, conoscenza e voglia di fare, per organizzare esperimenti che riescano a incuriosire e affascinare davvero i giovani allievi. Dovrebbe essere la sfida quotidiana di ogni insegnante. Sicuramente lo è per Lucia Lanfiuti Baldi che ha scoperto e sperimentato questo approccio come volontaria SeedScience e ora lo applica nella sua vita in classe.
Italia – Tanzania A/R, ma con la valigia piena di esperimenti e emozioni
Con in mano una laurea in Astrofisica, Lucia desiderava approfondirne gli aspetti storici, dedicandosi al racconto della scienza e ai suoi risvolti didattici. Cercando un’esperienza “out of comfort zone”, ma inerente al suo obiettivo professionale, ha trovato SeedScience… ed è partita! Sei settimane in Tanzania, per seguire la formazione dei docenti “sul campo”.
“Ho partecipato a molti incontri con gli insegnanti sparsi sul territorio, ho contribuito all’ideazione di nuovi esperimenti e visitato tante scuole. È stata un’esperienza meravigliosa, sia dal punto di vista formativo che umano. Non sono mancate infatti occasioni di conoscenza e di scambio con gli abitanti dei villaggi, momenti preziosi che conservo nel cuore” racconta la giovane professoressa. Sì, al rientro in Italia, Lucia ha iniziato a insegnare, prima matematica e scienze alle scuole medie, poi, negli anni successivi, matematica e fisica in una scuola superiore. Confessa: “ho subito portato in una classe una escape room sul cambiamento climatico sviluppata da SeedScience. Tuttora mi sto rigiocando tutti gli esperimenti che avevo contribuito a inventare durante la mia esperienza in Tanzania, e anche le strategie per proporli”.



Lab4All: imparare a inventare esperimenti SeedScience style
Ormai perfettamente in linea con il mood di SeedScience, Lucia ha fatto anche parte della giuria di Lab4All nell’edizione 2021, con un focus sul cambiamento climatico. Dedicato alle scuole italiane e in collaborazione con l’associazione Orizzonte, questo progetto chiede agli studenti di pensare a degli esperimenti da realizzare con materiale di recupero oppure facile da reperire. Come se fossimo in Africa. Li filmano e li presentano alla giuria, spiegando a cosa hanno pensato e come lo vogliono realizzare.
“Ho visto i ragazzi mettersi in gioco mostrando competenze non scontate, che non sarebbero diversamente mai emerse. Lab4All è un progetto di classe che favorisce unione e collaborazione. Per gli studenti è un’occasione per vedere i fenomeni scientifici coi loro occhi. Non è scontato in Africa, ma nemmeno in Italia: anche qui c’è tanto lavoro da fare sull’educazione laboratoriale. È anche un forte stimolo per riflettere su cosa significhi il diritto all’istruzione di qualità, a come non sia scontato accedervi, come non lo è trovare ghiaccio o elettricità in una scuola africana. Infatti, lì non è sempre semplice proporre esperimenti che in Italia ci sembrano fattibili ovunque. Questo aspetto è emerso spesso anche durante la formazione degli insegnanti ed è una componente importante del progetto SeedScience, soprattutto per chi vi partecipa dall’Italia”.
Bottiglie, fagioli, rami: per insegnare ad amare la scienza basta poco
A volte i laboratori delle scuole italiane non brillano di innovazione ed efficienza, ma SeedScience insegna a fare tanto con poco. Con ciò che abbiamo attorno: c’è molta scienza “nascosta” e che, con l’esperimento giusto, può essere mostrata.
“Ho imparato che è possibile insegnare fisica, biologia e matematica tramite esperienze pratiche, divertenti e semplici, senza grandi strumenti. Sono tornata con molti spunti per la mia attuale attività di insegnamento in Italia. Soprattutto nelle scuole medie, c’è sempre bisogno di coinvolgere e appassionare i ragazzi, per rendere la lezione attiva e partecipata. Oltre ad una lunga lista di esperimenti da proporre, è prezioso l’approccio che si impara. Oggi, prima di entrare in classe e proporre un nuovo argomento, mi chiedo sempre come fare a renderlo davvero interessante agli occhi dei miei studenti con un esperimento, anche piccolo, ma che li coinvolga in prima persona”.
Qualche esempio? Lucia ce ne regala tre, tre che per lei sono tre assi nella manica nelle classi, in puro stile SeedScience.
Per osservare la traspirazione delle piante, si confronta l’acqua che resta dopo varie ore in due contenitori distinti. In uno c’è un un ramo con le foglie e nell’altro un ramo senza. Sembra banale, ma la differenza di consumo idrico è tanta da stupire i più giovani.

Sempre con le piante ci si può divertire vedendo come un fagiolo cerca la luce, anche se lo obblighiamo a crescere in una scatola di cartone con mille ostacoli e un buco in cima da cui vede il Sole.
Passando al meno “spettacolare” equilibrio dei solidi, Lucia alle scuole medie ha approfittato della “Flip bottle challenge” per mostrare come funziona ai suoi alunni. Un perfetto esempio di applicazione del metodo SeedScience nella quotidianità italiana. “È un gioco che fanno durante la ricreazione: lanciano bottiglia con in fondo dell’acqua cercando di farla atterrare in piedi. L’ho usato per mostrare che, perché i solidi restino in equilibrio, il baricentro deve cadere all’interno della superficie di appoggio. Ha funzionato: tutti hanno colto subito la dinamica, molto meglio di quando l’ho spiegata con disegni astratti alla lavagna”.
Articolo a cura di Marta Abbà con il contributo di Lucia Lanfiuti Baldi.