Seminare consapevolezza, innaffiandola con la tecnologia
“Jifunze bila Mipaka, hifadhi kwenye Jamii”. In questa che ai più appare come una formula magica, è racchiuso il completo significato della mission di Nature Ambassadors. È il titolo del suo progetto educativo, in lingua swahili, e scandisce con fermezza le due priorità del team che segue questo lato dell’iniziativa.
“Jifunze bila Mipaka” significa “impara senza confini”. Siamo e restiamo in Tanzania. I confini, in questo contesto, non sono i muri delle aule, limite fisico che gli studenti supereranno per immergersi nella natura e nel mondo, imparando ad andare oltre.
“Hifadhi kwenye Jamii”, significa “conserva all’interno della comunità”. Il secondo obiettivo del progetto è infatti portare l’apprendimento e la conservazione sul campo. Nella pratica, ciò significa che gli studenti raccolgono osservazioni sulle specie che li circondano, cominciando a conoscere sempre meglio la ricchezza dell’ambiente in cui vivono. Questo database di dati sarà anche il punto di partenza per selezionare le flagship species. Di questo si occuperanno soprattutto insegnanti e membri della comunità. Si tratterà di specie che considerano importanti e che ritengono debbano essere conservate o protette.
Una mission con focus in Tanzania
Calata in una realtà come quella della Tanzania, dove Nature Ambassadors trova le sue radici, questa doppia mission racchiude punti di forza inestimabili e unici nel loro genere. A evidenziarli è Ronald Felix, insegnante tanzaniano di biologia e membro del progetto, partendo dallo “sviluppo di buone capacità di comunicazione e della capacità di lavorare in gruppo, ma anche dal coltivare nei giovani la curiosità e il desiderio di imparare cose nuove”. Dal punto di vista più logistico e organizzativo, c’è da apprezzare “l’estrema flessibilità, del progetto, mai a scapito del livello di innovazione, e l’abilità di gestire il tempo con equilibrio, sia per gli insegnanti che per gli studenti”.
La questione del tempo è complessa, è una sfida in un contesto in cui ci sono sempre molte cose da fare, anche nel quotidiano. Ne è ben consapevole Kelly Koller, insegnante statunitense e membro del progetto, che la indica come uno degli aspetti più complessi da affrontare nell’implementazione del progetto. La prima criticità della lista resta però “l’accesso alla tecnologia, sia in termini di larghezza di banda che di disponibilità di dispositivi per condividere idee e utilizzare tecnologie potenti come iNaturalist in diverse località delle regioni di Morogoro e Pwani in Tanzania, dove si svolge il progetto”. E poi c’è l’idea dell’incognita, che può spaventare o disorientare: “questa è una novità sia per gli insegnanti facilitatori che per i facilitatori di Nature Ambassadors. Stiamo lavorando sodo per prepararci, ma è sempre una sfida affrontare qualcosa di mai fatto prima”.
Il piano e i sogni del team
Fortunatamente e immancabilmente, il team education ha un piano ben chiaro. “Un grande gruppo di insegnanti si è già impegnato in un corso online per sviluppare le competenze tecnologiche e per imparare a portare gli studenti all’aperto per l’apprendimento e le tecniche di utilizzo di iNaturalist e sviluppare un database di identificazioni che sarà una risorsa per gli sforzi di conservazione locali – spiega Kelly – Presto gli insegnanti parteciperanno a un workshop di persona che si concentrerà sull’applicazione di tutte le competenze apprese nel corso online e sullo sviluppo di piani su come integrare e applicare le pratiche nelle loro classi. Gli insegnanti potranno anche collaborare tra loro e rimarranno in contatto durante l’attuazione dei progetti nel corso del prossimo anno”.

Il culmine dell’iniziativa, dal punto di vista educativo, sarà la presentazione dei progetti degli studenti verso la fine del 2024. Anche Ronald guarda a questo momento con enormi aspettative per il territorio. Molte riguardano “la consapevolezza da parte della società dell’importanza di preservare la natura”. Essenziale anche il ruolo giocato dalla tecnologia, “grazie a cui la conoscenza acquisita potrà essere diffusa rapidamente”. E c’è anche la gioia di sapere che tutto ciò può replicato: con un piccolo aggiustamento, può dare grandi risultati.
Articolo di Marta Abbà con il contributo di Ronald Felix e Kelly Koller.
Se vuoi conoscere meglio Nature Ambassadors, seguilo sui suoi canali social:
Ig: nature_ambassadors_tz
Ln: Nature Ambassadors
Fb: Nature Ambassadors